Dal 2022 i veicoli Green pagheranno meno l'autostrada!
I temi dell'inquinamento e della
sostenibilità stanno prendendo sempre più piede in Ue e in Italia. La mobilità green, con i suoi obiettivi da raggiungere entro il 2030, muovono in fretta le autorità verso innovazioni impensabili fino a qualche tempo fa. E non parliamo solo delle auto elettriche.
Quello che si sta muovendo più in fretta ancora sono le tariffazioni, da utilizzare come incentivi alle novità verdi. Più che ecobonus o Rc auto, però, in questo caso, parliamo del pedaggio autostradale che, entro il 2022, potrebbe costare di più: non a seconda della grandezza dell'auto, ma in virtù del livello di inquinamento.
Sovrattassa sul pedaggio autostradale in base alle emissioni Co2
Lo ha deciso la Commissione Europea, che ha approvato una norma presentata già due anni fa. Secondo la nuova regolamentazione, ogni Stato membro deciderà quali saranno i parametri attraverso cui applicare la sovrattassa: la variabile sarà la quantità di emissioni di CO2 delle auto, tenendo conto della regola generale stabilita dalla Ue.
1.899 euro per l'abbonamento annuale dei mezzi più inquinanti
L'idea iniziale era quella di ritoccare al rialzo il prezzo del pedaggio autostradale solo per i mezzi pesanti: un'evoluzione del sistema Eurovignette, quello che definisce il quadro dei pedaggi e gli eventuali bollini per la percorrenza dei mezzi pesanti.
Adesso, il testo approvato dall'Unione europea fissa dei limiti, in modo da evitare la concorrenza sleale fra Stati. Per abbonarsi con il bollino autostradale annuale, un camion con tre assi massimo - quindi comprese le auto - non potrà costare oltre 1.899 euro l’anno qualora rientri nella classe più inquinante: l'abbonamento costa 855 euro se, invece, il camion è più virtuoso e le emissioni sono minori.
Sconto del 75% per i più virtuosi
Il testo appena approvato autorizza la riduzione del pedaggio solo per i veicoli meno inquinanti: lo sconto arriva fino al 75% o anche di più nel caso di veicoli 100% elettrici. L'unica imposizione della Unione europea sono i tempi: ogni Stato ha a disposizione due anni per programmare l'entrata in vigore della norma nell'ordinamento.
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